L'ORDINE

Palazzo Gualdo

Il Palazzo Gualdo, o meglio i Palazzi Gualdo, si trovano dove anticamente sorgeva il teatro romano di Vicenza, nel quartiere allora periferico di Berga. Le vicende del teatro attraverso i tempi non ce ne consentono ora che una conoscenza frammentaria e lacunosa, se non che fu eretto nella prima metà del I secolo d.C. Il teatro, divenuto proprietà del Vescovo di Vicenza nell'anno 1001, quando è presumibile che il suo stato di conservazione fosse già molto precario, venne successivamente adibito a carcere nel XIII secolo.
Spoliazioni di pietre e marmi per il riutilizzo edilizio furono certamente inevitabili; il degrado della struttura doveva essere già molto accentuato quando, sulle costruzioni della parte mediana e superiore della cavea, si edificarono numerosi edifici che compaiono ben visibili nella "Mappa Angelica", la pianta di Vicenza del 1580. Qui appaiono emergenti i due edifici del Palazzo Gualdo e, tra il verde degli orti, si intravedono consistenti ruderi di un muro dalla sommità irregolare con tre archi.
Questi ruderi, forse quelli stessi visitati dal giovane Palladio, vista la loro posizione di chiusura dell'arco della cavea, potrebbero rappresentare le ultime strutture rimaste del Teatro Berga. Proprio qui, in sindacaria San Michele, i Gualdo si stabilirono a partire dal 1453 e, da un atto del 1502, sappiamo che Giacomo da Porlezza e suo figlio Giovanni avevano costruito "unam fabricam" per il nobiluomo Francesco Gualdo. L'Estimo del 1563-1564 registra, nell'elenco delle proprietà poste all'interno delle mura cittadine, in Piazzetta Gualdi e proprietario Lelio Gualdo "l'altra mittà della casa con doi sollari, con granari et diverse stantie a basso et in sollaro, con caneva sotterranea et parte della corte con pozzo ..."
Sempre l'Estimo registra anche in proprietà di Gualdo Gualdi "l'altra mittà di una casa murada a doi sollari con doi camini terreni, el guardacamin, con doe stantie in sollaro et salla, con altri lochi et stantie per comodità di essa, con casina separata da essa casa, con antana sopra, con caneva sotterranea, con entrada di porte, con la mittà della corte, con scalle alla discoperta in contraà chiamata la piazzolla de Gualdi." (il palazzo viene stimato 1.300 ducati). Questo secondo palazzo Gualdo viene spesso confuso con il primo, ma in realtà è ad esso successivo: il tutto figura assimilato alla più antica adiacente residenza Gualdo, con l'estensione a tutto il lungo prospetto del basamento bugnato e del cornicione.
I due corpi simmetrici si aprono in logge scandite da colonne corinzie, che delimitano una porzione di parete piena, con un ampio portale sopra il quale, il conte Nicolò Gualdo fece erigere il monumento al senatore veneziano Francesco Molin. L'interno dei palazzi conserva strutture superstiti da fabbriche precedenti quattrocentesche e gotiche. Notevoli sono altresì i resti del teatro romano e di precedenti costruzioni dell'età repubblicana. Un cenno particolare merita almeno il Salone degli Imperatori (denominato anche di Carlo V), sala quadrata che assume la sistemazione attuale verso la fine del '500, in ricordo della magnifica ospitalità data a suo tempo dai Gualdo all'imperatore Carlo V di Spagna, di passaggio a Vicenza. Alle pareti, entro nicchie aperte, si trovano statue di eroi del mito greco, imperatori romani, cavalieri medioevali e sovrani orientali, nonchè notevoli affreschi posti alla sommità. Il Palazzo Gualdo, correttamente datato ai primi anni del '500, è ricondotto genericamente ad ambiente accademico vicentino, sensibile al linguaggio di Lorenzo da Bologna. A formulare tale indicazione, concorrono la presenza di elementi architettonici tipicamente emiliani, quali la sagomatura del "bugnato", dei capitelli e dei pilastrini dei poggioli, ai quali si contrappongono caratteri veneti, espressi dalla configurazione a loggiato del piano nobile.

Il palazzo subì una ristrutturazione nel 1873 da parte del proprietario Riccardo Gualdo e, nel 1950 anno della sua morte, l'avv. Gaetano Zilio Grandi, Presidente dell'Ordine degli avvocati vicentini dal 1945, legò all'Ordine il palazzo, già dimora della famiglia Gualdo, estintasi con la morte della consorte Bianca Gualdo Priorato. Infine, nell'aprile del 1994, ebbero conclusione gli imponenti lavori di completo restauro del palazzo, grazie al coraggio ed alla tenacia dell'allora Consiglio dell'Ordine e del suo Presidente avv. Gianfranco Rigon.

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